BIUTIFUL DI ALEJANDRO GONZÁLEZ IÑÁRRITU
2h 01' 51''
Federico Ferrari
Che c'è
lì? Che c'è oltre l'immagine da cui tutto ha
inizio? Cosa indica lo sguardo che svanisce nel nero dell'inizio, nel nero da
cui tutto ha inizio?
La
storia del cinema è come un'invocazione muta che fin dal primo fotogramma
continuamente spinge lo sguardo verso l'ultima immagine, verso l'immagine
impossibile da afferrare e impossibile da evitare. Come se non ci fosse che un
solo sguardo possibile, l'ultimo. Ogni singolo fotogramma sembra vibrare su
un'unica nota; sembra indicare un imperativo: guardami negli occhi. L'ingiunzione
insostenibile di guardare negli occhi l'ultima immagine, la vita morta
dell'immagine. Still life.
Vedere
il morto, vedere la sua figura, il suo sfigurare e trapassare al di là, al di
là di ogni immaginazione, di ogni possibile figurazione. Compito sempre da
ricominciare nella sua paradossale formula in cui convivono la constatazione
senza fine di una morte e la necessità di farsene una nuova immagine. Imagination
morte imaginez.
[…]